Cari amici,
con un certo ritardo rispetto ai nostri tempi abituali, vi aggiorniamo circa Liberi sulla
Carta 2023.

Quest’anno abbiamo lavorato su più fronti, con l’obiettivo di migliorare ancora
quanto fatto in passato e abbiamo cercato di realizzare un’edizione senza
precedenti, che si svogesse sia a Rieti che a Farfa, moltiplicando gli sforzi e unendo i
territori in un unico abbraccio che testimoniasse la crescita e l’importanza di un
appuntamento culturale come Liberi sulla Carta.
Purtroppo, non ci siamo riusciti. Il Comune di Rieti ci ha comunicato di avere
difficoltà a prevedere un contributo economico per la manifestazione e ha anche
rappresentato imprevisti (e assolutamente comprensibili) problemi logistici, per noi
impossibili da superare nel poco tempo a disposizione malgrado la volontà dell’Ente
di farci valutare soluzioni alternative;
Accogliendo il precedente invito del Comune di Fara in Sabina a tornare a Farfa,
abbiamo deciso di concentrare nel borgo sabino l’edizione 2023, in attesa di poter
fare una riflessione più ampia con il comune di Rieti per trovare possibili soluzioni
future.
Eppure anche questa strada ad oggi si è dimostrata impraticabile: non avendo
ottenuto al 10 luglio alcun reale e concreto riscontro circa l’impegno del Comune di
Fara in Sabina, e lo stesso dicasi per la Regione Lazio cui avevamo chiesto di
confermare il finanziamento della scorsa edizione, è venuta meno ogni possibilità di
far tornare la manifestazione nel luogo in cui si è svolta dal 2010 al 2017.
Pur ringraziandola per il costante sostegno, il solo finanziamento che la Fondazione
Varrone si è detta per le vie informali diposta a riconoscerci (in attesa delle seppur
indispensabili delibere ufficiali), non sarebbe stato comunque sufficente a portare a
compimento un’edizione che fosse per lo meno dignitosa.

Dopo quindici anni di attività dunque, pur potendo sostenere con un po’ di
presunzione l’assoluta validità del rapporto qualità prezzo di quanto realizziamo, ci
siamo trovati ancora in balìa dell’incertezza, per l’ennesima volta in difficotà nel
reperire le risorse necessarie, con la necessità di dover convincere ancora tutti gli
interlocutori ad investire in un progetto la cui funzione reputiamo (evidentemente
solo noi) importante. Una situazione affrontata più volte in passato, ma che
quest’anno ha incontrato risvolti paradossali, tanto da farci giungere all’unica
conclusione possibile: noi ci fermiamo qui.

Usiamo il termine “fermiamo”, perche in questi mesi abbiamo comunque lavorato,
contattando artisti, scrittori, editori vecchi e nuovi, associazioni e realtà locali e
internazionali con cui costruire nuove sinergie, sempre pensando al rispetto dovuto
alla comunità che in Liberi sulla Carta si è riconosciuta, con la quale non abbiamo
mai voluto condividere nulla che fosse meno del meglio a disposizione.
Per far funzionare una macchina come LSC, mantenendo grande qualità, ricchezza
degli appuntamenti, assoluta gratuità e accessibilità, è necessario costruire con cura
dettagli e incastri, abbattendo costi con valutazioni attente e collaborazioni
consolidate nel tempo o create per l’occasione.
La nostra è un’organizzazione piccola che realizza un evento per noi molto grande: è
un nostro limite e ce ne scusiamo, ma non possiamo permetterci il lusso di
rimandare così a lungo la stesura di accordi con gli ospiti che devono intervenire,
non possiamo non dare riscontri certi agli editori che devono pianificare il loro
investimento partecipando alla nostra Fiera dell’editoria indipendente, non
possiamo aspettare troppo a lungo prima di inserire Liberi sulla Carta fra le tappe di
promozione dei libri più importanti di questa stagione letteraria, non possiamo
attendere settimane, mesi, riscontri che per noi sono vitali. Semplicemente, non
possiamo permettercelo.

Nei quindici anni trascorsi dalla sua nascita, Liberi sulla Carta ha permesso che
venissero venduti in un territorio che conta una carenza storica di librerie, circa
15.000 libri.
Ha realizzato decine di spettacoli con quasi tutti i più importanti attori e le più
importanti attrici di questi anni, ospitando oltre duecento scrittori, circa cento case
editrici, premi Strega e Campiello, esordienti e scrittori di fama internazionale.
Ha realizzato pubblicazioni di libri e riviste letterarie, stimolato alla scrittura con
workshop di scrittura creativa e premi letterari per esordienti provenienti da ogni
regione d’Italia, vedendo la pubblicazione di decine di libri realizzati dai partecipanti,
alcuni anche con le maggiori case editrici nazionali.
Ha coinvolto lettori, volontari, organizzatori, scuole, circoli letterari, Fondazioni,
Musei, artisti e media locali e non, in un impegno di promozione attiva del territorio
e delle sue potenzialità non solo turistiche ma anche culturali.
Ha prodotto un indotto, limitandoci alle sole spese sostenute direttamente dagli
organizzatori, di centinaia di migliaia di euro, spesi quasi intermente sul territorio.

Tutto questo è stato fatto in maniera totalmente gratuita per i fruitori, inseguendo
la convinzione che si potesse innescare sul territorio un circolo virtuoso,
un’attenzione alla qualità, una comprensione del messaggio, una crescita collettiva.
La nostra idea, dopo quindici anni, è che siamo stati bravi. Ma non siamo stati
sufficientemente bravi.
Non siamo stati bravi a farci percepire come qualcosa di necessario.
Nonostante tutti gli sforzi prodotti, e quello che alla fine di questi sforzi ogni anno è
rimasto, non abbiamo trovato una difesa sufficiente da parte di chi avrebbe potuto
proteggere questo patrimonio, magari reputando che il lavoro svolto da Liberi sulla
Carta è difendere a sua volta un pezzo che altrimenti non sarebbe difeso più
da nessuno. Arrivare a poche settimane dalla manifestazione senza alcun contributo
pubblico per la sua realizzazione, significa, al di là delle parole, non essere percepiti
come un servizio pubblico. Necessari, appunto.
Su questo, al di là della contingenza che ci riguarda, forse sarebbe necessaria una
riflessione, perché se nessuna Istituzione sostiene con convinzione, impegno e
tempismo una manifestazione così, è evidente che per una manifestazione così, nel
nostro territorio, oggi non c’è spazio.

Ma negli anni le cose hanno anche dimostrato di poter funzionare: oggi ringraziamo
tutti quelli che ci hanno aiutato, mettendo il loro indispensabile tassello perché un
esperimento culturale come LSC potesse prendere vita e crescere: le Istituzioni che
ci hanno finanziato ed ospitato, gli sponsor che ci hanno sostenuto, i media che ci
hanno raccontato sempre con benevolenza non sempre meritata, gli organizzatori
delle passate edizioni, le associazioni che hanno collaborato con spirito di servizio ed
entusiasmo, i volontari, gli artisti, gli scrittori, i giornalisti, gli editori che hanno
contribuito fattivamente alla realizzazione di uno spazio unico e prezioso.
E ringraziamo soprattutto il pubblico di Liberi sulla Carta, che ci ha accompagnato e
sostenuto per anni seguendoci in tre diverse città, che ci ha preso per mano quando
ne avevamo bisogno, che non ha mai avuto dubbi su quali fossero le scelte da fare
per proteggere questo spazio libero e indipendente, che meriterebbe il meglio,
un’offerta culturale reale e di qualità, che noi non siamo più in grado di offrire.
Ci fermiamo alla fine di un cammino per noi faticoso e bellissimo, speriamo di aver
trasmesso a chiunque si sia trovato anche solo una volta a Liberi sulla Carta, un
frammento di tanta bellezza, la consapevolezza di partecipare a un evento unico,
cementato da una magia non riproducibie senza lo stesso impegno, la stessa onestà,
la stessa verità e tensione ideale. 
Lo stesso amore, tantissimo amore, che però non basta più.

Noi ci fermiamo qui, molto lontani da dove siamo partiti, ma anche dal punto in cui
saremmo voluti arrivare insieme a voi.
Viva l’editoria indipendente, viva il libero accesso agli spazi della cultura, viva Liberi
sulla Carta!